lunedì 19 aprile 2010

Europa e democrazia partecipativa: dagli attuali limiti alle opportunità per il futuro

di Giovanni Allegretti

Anticipazione dal volume collettivo "Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo", ombre corte, Verona 2010.

Per avere una “visione d’Europa” più lucida è spesso necessario ricorrere a degli sguardi esterni, o a degli specchi che ci aiutino a percepire tendenze unitarie che – nella microanalisi delle tante differenze che la attraversano – rischieremmo di non cogliere. Ascoltare chi contempla l’Europa da fuori o (ancor di più) chi vi entra per viverci o lavorarci mantenendo forti contatti con altri continenti è quindi un esercizio utilissimo di umiltà e di autoriflessione, tanto più quando tocca temi che ci appassionano e mettono in moto in noi sentimenti ed emozioni forti che rischierebbero di annebbiarci la vista.

Nell’ultimo decennio, tra questi temi, ne è emerso uno in particolare che – pur non assumendo le sue forme più radicali nel vecchio continente – ha permesso all’Europa di acquistare un ruolo interessante di “vettore d’innovazione” nel panorama mondiale delle pratiche di gestione del territorio. Si tratta del tema della “democrazia partecipativa”, ossia di quell’insieme di processi di costruzione delle politiche pubbliche che offrono a tutti i cittadini spazi aperti per contribuire attivamente alla loro concezione e/o gestione, a partire da un riconoscimento del valore che l’abitare e l’impegno a partecipare di chi abita riveste per la vita sociale, economica, politica e culturale di un territorio locale o di area vasta.

L’organizzazione per cui lavoro da quattro anni – il Centro di Studi Sociali dell’Università di Coimbra – da oltre un decennio ha cominciato ad investire in attività di ricerca-azione sul tema, a partire dalla posizione “semi-periferica” del Portogallo nel continente europeo, e dai “vantaggi comparativi” che questa offre per costruire ponti e relazioni maggiormente simmetriche con società e paesi del Sud del pianeta. Questo ha permesso di dar forma a percorsi di lettura del tema nella sua declinazione europea che si arricchiscono di sguardi e punti di vista differenziati,
complementari e – talora – anche in tensione tra loro.

Il presente saggio – limitando lo sguardo a quelle pratiche di “partecipazione” che riescono ad entrare in contatto con le istituzioni e a formalizzarsi, divenendo parte della loro azione amministrativa - si propone di recuperare uno “sguardo eccentrico” sul vecchio continente. L’obiettivo è quello di cercare di evidenziare opportunità, limiti e sfide comuni di alcuni percorsi di sperimentazione democratica che oggi cercano di rinnovare i modi di fare politica collocandosi a lato degli abitanti nel tentativo di arginare la crisi di legittimità che colpisce le istituzioni del continente.

[...] Continua nel libro Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo. A cura di Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini, ombre corte, Verona 2010.

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