martedì 20 aprile 2010

L'Europa precaria delle nuove forme del lavoro: movements surplace

Anticipazione dal volume collettivo "Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo", ombre corte, Verona 2010.

dal capitolo:
L'Europa precaria delle nuove forme del lavoro: movements surplace

di Giuseppe Allegri

Premessa

In queste brevi note si parte da una riflessione sui nodi irrisolti dell’ultimo
decennio di trasformazione istituzionale continentale: una classe
dirigente europea incapace di dare risposte adeguate alla nuova questione
sociale e alle frammentarie istanze avanzate dai nuovi movimenti
sociali in tal senso. Lo scacco sul quale insiste il processo di integrazione
comunitario è ancora rappresentato dalla difficoltà di immaginare un
nuovo patto sociale continentale all’altezza delle aspettative di una vita
dignitosa per i soggetti che hanno scelto questo Continente come loro
spazio esistenziale. Si dovrebbe ripartire dalla possibilità di pensare e
praticare alleanze inedite tra nuove forme di partecipazione democratica
e l’affermazione di un nuovo Welfare paneuropeo per una cittadinanza
sociale attiva; ed in questo senso dovrebbero andare gli sforzi di movimenti,
associazioni, reti che accettano il livello locale ed europeo di ripensamento
degli strumenti di regolazione sociale. Le trasformazioni istituzionali comunitarie e l’irrisolta questione
sociale europea.

Parafrasando i titoli di due oramai classici lavori di ricerca e inchiesta
di fine anni Novanta, potremmo dire che in Europa già nell’ultimo decennio
del millennio il “futuro del lavoro” era “al di là dell’impiego” tradizionale
e produceva “conseguenze personali” che potevano addebitarsi
allo spirito “del nuovo capitalismo” (Supiot 1999; Sennett 1999).

In quello scorcio di secolo si compiva il ventennale della svolta neo-liberista globale del duo Thatcher-Reagan, mentre l’Unione europea avviava un tortuoso e imprevedibile processo di costituzionalizzazione del suo ordinamento. Contro l’“abbraccio mortale” atlantico della globalizzazione turbocapitalista, l’integrazione comunitaria provava a giocare l’alternativa europea, come cuneo di regolazione giuridica, maggiore aspirazione all’equità sociale e al multilateralismo nelle relazioni globali (Hutton, 2002).

[...] Continua nel libro "Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo". A cura di Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini, ombre corte, Verona 2010.

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